La musica dell’estasi

La musica dell'estasi

Alceo Poltronieri è un autodidatta integrale. Che si tratti di arte, musica o poesia.

Nella sua casa, stipata di quadri, pennelli, cavalletti e quant'altro è usuale incontrare nella casa di un artista, spiccava un grande organo.
Un prezioso strumento di quelli che si possono trovare nelle cattedrali, piuttosto monumentale.
Frutto di un ennesimo baratto, nello stile dell'artista (c'è chi come Ligabue scambia quadri per motociclette, e chi si procura altri strumenti per esprimere la propria vena artistica).

Nel soggiorno si scorge anche un vecchio pianoforte, altro compagno di viaggio nelle passeggiate musicali che si alternano al lavoro con i pennelli.

Le dita che scorrono sui tasti. Si costruisce gradualmente una melodia, un refrain reiterato.

Lentamente il giro di note si dipana e prende la forma di un tappeto sonoro, dove la musica si apre a paesaggi meno strutturati e più estatici.
E qui parte il flusso che ci porta altrove,  senza più regole armoniche o tecniche musicali strutturate.

Forse l'estro dell'artista si esprime nella musica in una forma ancor più libera e anarchica rispetto alla poesia e alla pittura.

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